
Crediti
Organizzato da Theatron 2.0 in collaborazione con Argot Studio
Quando?
Dal 10 al 13 marzo 2025
Orario:
10 marzo dalle 9.00 alle 14.00
11 marzo dalle 9.00 alle 14.00
12 marzo dalle 10.00 alle 18.00
13 marzo dalle 10.00 alle 18.00
Dove?
Via Argot Studio (via Natale del Grande, 27, 00153 Roma RM)
A chi?
Il percorso formativo si rivolge a chiunque, a qualsiasi titolo, si interessi professionalmente di ciò che accade su un palcoscenico.
Modalità di partecipazione?
Scadenza per le candidature: 21 febbraio 2025.
Sarà effettuata una selezione.
Per informazioni sul costo e per candidarsi scrivere a formazione.theatron@gmail.com
PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO
Il laboratorio “La camera dell’eco” condotto da Leonardo Manzan è destinato a chi fa teatro, ma con un obiettivo insolito: diventare spettatori.
Il primo invito è semplice: sedersi in platea.
Cominciamo dal principio.
Seduti in platea, davanti a un palco vuoto, chiedersi: io, da spettatore, cosa voglio vedere davvero? Senza retorica, senza censure, con tutta la sincerità possibile.
In questo laboratorio proveremo a ripartire da una domanda fondamentale: cosa vogliamo vedere in teatro? Prima che come artisti, come spettatori. Quali linguaggi ci sorprendono? Quali storie ci toccano? Quali esperienze ci lasciano senza parole? Siamo ancora in grado di riconoscere ciò che ci piace? O ci piace ciò che deve piacerci?
“La camera dell’eco” è un’espressione metaforica usata per descrivere quelle situazioni in cui si viene a contatto solo con idee che ci rassicurano delle nostre scelte e ci confermano nelle nostre convinzioni. Un luogo figurato in cui le opinioni riverberano sempre uguali.
Eppure, nel teatro, questa metafora diventa reale.
Il teatro è diventato una camera dell’eco: Il luogo dove tutte le idee si somigliano e non si mettono mai in discussione.
Liberi dai condizionamenti delle mode, dalle tendenze del momento, da tutto ciò che pensiamo debba essere il teatro contemporaneo, liberi soprattutto dal giudizio che la comunità esercita sul nostro sguardo, proviamo a immaginare uno spettacolo da spettatori.
E magari anche a realizzarlo.
Perché il rischio più grande non è deludere il pubblico, ma continuare a rassicurarlo.
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Non sono previsti limiti di età nè territoriali.
Per informazioni sul costo e per candidarsi scrivere a formazione.theatron@gmail.com
LEONARDO MANZAN
Leonardo Manzan, classe 1992, si diploma attore alla Civica Scuola di Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
Esordisce alla regia con lo spettacolo It’s App to You – o del solipsismo: uno spettacolo, in veste di videogioco, sulla realtà virtuale. Un’applicazione da scaricare sullo smartphone permette di controllare in diretta un’attrice sul palcoscenico. Il lavoro, in tournée in tutta Italia, vince negli anni numerosi premi tra cui InBox 2018.
Nel 2018 si è rivelato tra i giovani talenti alla Biennale di Venezia aggiudicandosi il premio della Biennale College Teatro – Registi under 30 con Cirano deve morire, una riscrittura in versi rap di Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand.
Invitato l’anno successivo alla Biennale Teatro, presenta lo spettacolo Glory Wall che si aggiudica il premio come miglior spettacolo della Biennale di Venezia 2020, assegnato da una giuria internazionale di critici e studiosi di teatro. Glory Wall è la sua personale interpretazione del tema del Festival: la censura. Un muro di 12 metri separa il palco dalla platea e si anima di visioni oniriche che riflettono in maniera impietosa sul tema della censura e sul potere, ormai inesistente, dell’arte.
Manzan si è distinto negli ultimi anni per l’originalità e la validità dei suoi lavori che hanno conosciuto un ottimo riscontro di pubblico nelle tournée italiane e ormai da anni stanno avendo grande risonanza anche all’estero nell’ambito di importanti rassegne internazionali di cui è stato ospite: FIBA di Buenos Aires, Printemps des Commediennes di Montpellier, GIFT Festival di Tbilisi, Noorderzon di Groeningen.
Debutta nel 2024 al Teatro India con Uno spettacolo di Leonardo Manzan in cui trasforma il teatro in una sala museale e accoglie il pubblico in piedi su un piedistallo. Gli spettatori potranno godere dell’opera d’arte attraverso le radioguide del tipo che si usano nei musei.
Chiamato in Georgia per riallestire in lingua georgiana il suo lavoro Cirano deve Morire, debuttacon la produzione e il cast del New Theatre di Tbilisi.
Nel suo ultimo lavoro Manzan sceglie di misurarsi con il Faust di Goethe per restituirlo al pubblico in forma di conferenza in uno spettacolo davvero fuori dagli schemi, coinvolgente ed emozionante, che non tralascia la complessità tematica dell’originale di Goethe ma la contamina con il gusto del regista per la satira e per la provocazione.
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